Filocolo

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Il “Filocolo”, scritta durante la sua permanenza a Napoli, segna il vero esodio narrativo di Boccaccio. È l’unica delle opere del periodo napoletano ad essere scritta in prosa e preannuncia diversi elementi poi descritti nel ” Decameron “.  Il romanzo è composto da cinque libri ed è stato scritto da Boccaccio su invito della figlia del re di Napoli Roberto d’Angiò, Maria, che lo scrittore stesso definisce <<gentilissima donna>> e che la maggior parte degli  studiosi identifica con Fiammetta, la donna amata da Boccaccio. 

Il romanzo si ispira a varie opere, primo fra tutte c’è il poemetto francese “Floire et Blanchefleur” risalente al XII secolo, ma Boccaccio trae spunto anche dal “Cligès” di Chrétien de Troyes da dove prende il motivo del «pellegrino amoroso>>, e dal romanzo greco Alessandrino. Un altro tema che Boccaccio assume dal romanzo bretone è quello della quète, cioè la costante ricerca di qualcosa, nel caso del “Filocolo” la ricerca della donna amata. Vi sono nel romanzo anche diversi motivi lirici, epici e comici. Sono così varie le fonti del romanzo che lo stesso Boccaccio lo definisce <<strabocchevole>>.                                                                                       

Il titolo “Filocolo”, che tradotto dal greco significa “fatica d’amore “, è una chiara anticipazione della trama. I protagonisti dell’opera sono Florio, figlio del re di Spagna, e Biancofiore una cristiana rimasta orfana perché il padre è stato ucciso dai saraceni e la madre, accolta alla corte del sovrano, è morta mentre la partoriva. I due protagonisti si conoscono fin da bambini e crescono insieme, rifacendosi a Dante, precisamente a Paolo e Francesca, Boccaccio scrive che l’amore tre i due fanciulli divampa mentre leggevano un libro, in questo caso l'”Ars amatoria” di Ovidio. La famiglia di lui volendo contrastare il rapporto tra i due fanciulli vendono Biancofiore a dei mercanti che a loro volta la doneranno all’ammiraglio d’Alessandria d’Egitto, la più alta autorità cittadina. A questo punto Florio parte alla ricerca di Biancofiore sotto il falso nome di Filocolo, ma a causa di una tempesta dovrà sostare a Napoli. Qui trova la tomba di Virgilio e in un giardino lì vicino incontra Cleone che sarebbe Boccaccio o se si preferisce un suo alter ego, che lo invita ad unirsi ad una brigata di giovani della quale viene eletta regina Fiammetta, che pone come questione l’amore e ogni giovane a turno dovrà novellare su questo tema.  Questa parte dell’opera è un’anticipazione della struttura del “Decameron”. Nella decima giornata, infatti, (le novelle del “Decameron “sono suddivise in giornate) si riprenderanno alcune novelle di questa parte del “Filocolo”. Giunto infine ad Alessandria, Florio s’introduce nella torre dove è tenuta prigioniera Biancofiore, ma viene scoperto e i due sono condannati al rogo.  Grazie alla dea Venere i due fanciulli divengono immuni alle fiamme. L’ammiraglio riconosce Florio, suo nipote e figlio del re di Spagna, e venuto a conoscenza delle vere origini di Biancofiore, discendente di una nobile famiglia romana, acconsente al matrimonio. Infine anche il re di Spagna e la famiglia reale riconoscono e accettano il matrimonio tra Biancofiore e Florio, che sarà incoronato re di Spagna.

Bibliografia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Filocolo;

http://decameron.weebly.com/filocolo.html;

http://www.internetculturale.it/opencms/directories/ViaggiNelTesto/boccaccio/b7.html;

http://www.oilproject.org/lezione/boccaccio-filocolo-trama-4361.html;

Dal testo al mondo ,Dalle origini all’ età della controriforma , Monica Magri Valerio Vittorini , Paravia;

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