Enrico ‘il Navigatore’

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Nella metà del Quattrocento iniziò un lungo ciclo di espansione europea, che segnò la storia dei secoli successivi. Da ciò, infatti, prese forma quello che oggi chiamiamo ‘mondo’, inteso come un’unità storica e un sistema territoriale integrato, cioè una realtà in cui gli eventi si condizionano reciprocamente da un punto all’altro su scala globale. L’espansione europea ebbe inizio dalla penisola iberica, dove da secoli si protraeva la Reconquista cristiana ai danni dei musulmani.

Il Regno di Portogallo rivolse, quindi, verso il mare la spinta propulsiva che fino ad allora era stata finalizzata all’allontanamento dei musulmani. Per quasi un secolo i navigatori portoghesi si spinsero nell’Atlantico, e le esplorazioni marittime furono anche favorite dal ceto mercantile che era costantemente alla ricerca di prodotti da commerciare. La dinastia degli Aviz si mostrò sempre attenta alle esigenze di questo grande ceto mercantile e marinaro, ma la vera espansione portoghese iniziò con le imprese di Enrico il Navigatore‘ (1394-1460). Era il figlio quintogenito del re del Portogallo Giovanni I d’Aviz che fece avere una buona educazione ed una buona istruzione al figlio. Nell’estate del 1415, al fianco del padre, andò alla conquista di Ceuta, e la caduta della città aprì al Portogallo grandi possibilità di sviluppo commerciale. Nel 1416 iniziarono i lavori di costruzione della villa del principe a Sagres,  che fu una città importantissima per le grandi innovazioni in campo nautico.  La città ebbe infatti una rapida crescita come polo tecnologico d’eccellenza nel campo della navigazione e della cartografia, fu un vero e proprio grande laboratorio nautico con un arsenale, un osservatorio e una scuola per l’insegnamento alla nuova marineria portoghese. A Sagres venivano elaborate carte geografiche ed oceanografiche nuovi strumenti per studiare la rotta in alto mare. Fu anche favorito lo studio dell’astronomia, una scienza fondamentale per garantire ai naviganti un orientamento molto più sicuro in mare aperto durante la notte.  I risultati delle numerose ricerche furono la caravella, la diffusione dei portolani e il perfezionamento della bussola. I portolani rappresentavano carte di grande importanza, che consentivano di individuare la posizione di scogli affioranti, secche, approdi e porti, e contenevano informazioni meteorologiche e tutto ciò che serviva per avvicinarsi ad un litorale ed evitare di naufragare. Sagres era anche un significativo centro di ritrovo. Tutte le persone, che avevano navigato in molti mari, scambiavano carte e informazioni, descrivevano le isole, i venti, le correnti e ricevevano anche un contributo. La caravella era una barca piccola ma molto veloce e maneggevole, fu inventata apposta per la navigazione oceanica, essendo molto utile per sfruttare i venti, a differenza delle galee che sfruttavano i rematori.

Nel 1418 Enrico il Navigatore ritornò a Ceuta,  per soccorrere la città assediata dal sultano del Marocco e dai Mori. Inoltre iniziò ad istruire gli equipaggi per armare delle navi per effettuare una guerra di corsa nello stretto di Gibilterra. Uno dei primi risultati di questa attività è stata la riscoperta di Madera e Porto Santo, che furono poi colonizzate. Stesso destino fu riservato alle Isole Canarie nel 1420 e nel 1427 alle Isole Azzorre. In questo periodo fu studiato con cura il sistema di venti dell’Oceano Atlantico e presto i marinai si convinsero che sarebbero sempre potuti tornare a casa, sia che si muovessero verso Sud, sia che navigassero verso Ovest. Alla morte del padre, nel 1433, il fratello del Principe Enrico, il figlio maggiore, salì al trono come Edoardo I e gli concesse un quinto dei guadagni ottenuti dalle zone appena scoperte, assieme al diritto di esplorazione oltre Capo Bojador, che era il punto più meridionale della costa dell’Africa. Nel 1434 Gil Eanes lo oltrepassò, dimostrando l’infondatezza delle superstizioni sui territori ignoti che attendevano più a sud. A questo punto, però, i viaggi vennero interrotti per qualche anno. La causa principale fu la disastrosa spedizione a Tangeri del 1437, un porto del Marocco. Il regno di Edoardo I durò cinque anni e, alla sua morte, il potere fu disputato tra Eleonora, la regina madre, ed il fratello Pietro. Enrico appoggiò Pietro, e ricevette così la conferma dei suoi privilegi e continuò la colonizzazione delle Azzorre, nel 1441. Nelle spedizioni effettuare in questo periodo fu di grande aiuto la caravella. Agli inizi del 1444, circa cinquanta caravelle partirono da Lagos e si spinsero oltre capo Bojador. Dopo iniziò l’esplorazione della Guinea, fino a raggiungere le stazioni commerciali a sud del Deserto del Sahara. Enrico cercava di aggirare le rotte carovaniere del Sahara, per rendere accessibili le ricchezze dell’Africa meridionale. Nel 1452, riuscito nel suo intento, iniziò ad importare una grande quantità di oro nella penisola iberica. Dopo il 1455, i portoghesi arrivano fino all’arcipelago di Capo Verde, e questa fu l’ultima esplorazione a cui assistette Enrico. Morì, infatti, a Sagres nel 1460.

FONTI: Wikipedia, Treccani;                                                 LINK IMMAGINE: www.voyagesphotosmanu.com

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